Descrizione
«Il film mi è nato dentro una notte, alla stazione di Milano. Tornavo da Parigi dove ero andato a presentare Caccia tragica, aspettavo una coincidenza quando, all’improvviso, sento delle voci di donna che cantano. Vado a vedere e trovo […] migliaia di donne che mangiavano, ballavano, ridevano, cantavano: erano le mondine in transito verso Vercelli […] mi sono messo a parlare con queste ragazze, ho perso il treno, e ho passato la notte con loro. Così comincia Riso amaro.» Giuseppe De Santis
«Siamo tra i pioppi e le risaie di Veneria di Lignana. Poco distante, nelle cascine dell’azienda IFI, è accampata la troupe della Lux Film che sta girando Riso amaro, il film che ha per sfondo la monda del riso nel Vercellese. È notte e si sta girando una delle scene più drammatiche del film.» Italo Calvino
«L’immagine dell’Italia oggi, per milioni di uomini e donne nel mondo, è probabilmente l’immagine fiera di Silvana Mangano e la diciottenne sua protervia dei tempi di Riso amaro. La figura della mondina che mostra le gambe perfette inguainate nelle sdrucite calze nere ha fatto il giro del mondo.» «Realtà illustrata»
L’ispirazione, il “si gira” e il successo di Riso amaro sono condensati in queste tre testimonianze, che ci guidano alla riscoperta – non priva di curiosità e sorprese – di un film cult che dopo l’esordio trionfale a Cannes appassionò il pubblico di tutto il mondo oltre a prestigiosi intellettuali ed artisti (da Guttuso a Pavese, da Robert Capa ad Alvaro, da Petrassi a Muscetta), fino alla nomination all’Oscar per il miglior soggetto.
PAOLO SPERANZA insegna Lettere ed è iscritto all’AIRSC (Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema), al SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani) e all’Ordine dei Giornalisti. Dirige la rivista «Cinemasud» e la collana editoriale “Quaderni di Cinemasud” oltre a collaborare con «Cinecritica», «la Repubblica» e diverse riviste nazionali ed europee. Con le edizioni Gremese ha pubblicato Dante e il cinema e Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini.