Descrizione
Fernando Di Leo è stato un genere a sé stante, nel panorama del cinema popolare italiano a cavallo tra anni ’60 e ’70. Infatti Milano calibro 9 è il film che meglio rappresenta questa sua unicità. Infatti, le reminiscenze letterarie da Giorgio Scerbanenco e gli influssi cinematografici di Jean-Pierre Melville si sposano dando vita a qualcosa di nuovo, spiazzante, poco convenzionale. Qualcosa di straordinario.
In particolare la lotta di Ugo Piazza contro il destino intreccia le matrici del noir e del poliziesco, del gangster movie e del melodramma. Una vorticosa discesa agli inferi dell’animo umano marchiata a fuoco dai dialoghi asciutti e incalzanti, dalle efficaci partiture musicali di Luis Enríquez Bacalov e dalle interpretazioni di un parterre d’attori magistralmente orchestrato. Da Gastone Moschin a Mario Adorf, da Philippe Leroy a Lionel Stander, ogni volto dà sembianze e sostanza a un personaggio irripetibile. Mentre Barbara Bouchet danza ancora nella memoria degli spettatori italiani e internazionali, Quentin Tarantino in primis.
Davide Pulici, che di Di Leo fu amico e intimo confidente, ripercorre in Milano calibro 9 la genesi, la lavorazione e le mille sfaccettature del film. Un libro-scrigno i cui piccoli tesori si susseguono in forma di fotografie, documentazioni inedite e preziose testimonianze.
Davide Pulici è nato nel 1964. Fondatore nel 1994 di «Nocturno» e attuale vice-caporedattore della rivista, con Manlio Gomarasca ha pubblicato 99 Donne. Stelle e stelline del cinema italiano (Mediaword, 1999) e La piccola cineteca degli orrori. Tutti i film che i fratelli Lumière non avrebbero mai voluto vedere (Rizzoli, 2009). Ha scritto saggi per numerosi volumi collettanei e collabora con INLAND. Quaderni di cinema (Bietti Edizioni).