Descrizione
«La violenza delle parole è meno grave dei pugni solo perché non lascia lividi?»
L’amore malato è l’esordio letterario che ha conquistato e turbato migliaia di lettori francesi.
Per sette anni ha creduto che Aurélien ne fosse finalmente uscito. E poi, senza preavviso, una mattina di settembre, l’incubo ha ripreso vita. Aurélien, che pure sostiene di amarla, ha ricominciato a vomitarle addosso insulti con una violenza inaudita, della quale ha reso spettatori anche i due figli. Caduta l’illusione del cambiamento, da quel giorno lei ha preso l’abitudine di annotare le oscenità e le offese che Aurélien le rivolge, per tenerne traccia e insieme provare a disinnescarle, nella patetica speranza che vadano a incrostarsi nelle note dello smartphone invece che nella sua anima. Ma ora, non è più disposta a sopportare tutto questo.
Restare? Andarsene? Il 3 gennaio compirà quarant’anni, e nel disperato tentativo di aggrapparsi a qualcosa che le dia la forza necessaria, si impone di prendere una decisione proprio entro quella data. Due settimane per ripercorrere i ricordi, le speranze, la disillusione, nell’imminenza di un Natale che a quell’angoscia aggiunge lo stridore delle inevitabili cerimonie familiari. Con una scrittura nervosa e asciutta che mantiene una distanza quasi documentaria dal racconto – a partire dal «tu» usato per la protagonista in luogo della prima persona singolare –, Amélie Cordonnier mette in scena la storia di un amore malato. Una di quelle storie di violenza coniugale che distruggono una donna pur senza lasciarle lividi sulla pelle.
Amélie Cordonnier è giornalista dal 2002. Dopo aver lavorato per l’emittente Europe 1, nonché per il quotidiano «La Tribune» e il settimanale «Le Journal du Dimanche», dal 2014 è diventata responsabile della sezione Cultura della rivista «Femme Actuelle». L’amore malato (Trancher, 2018) è il suo primo romanzo, cui è seguito nel 2020 Un loup quelque part, entrambi pubblicati in Francia da Flammarion.