Descrizione
“Nulla ci può fermare, neppure le tempeste di neve dell’inverno, neppure le vette delle montagne più alte. Stiamo costruendo una nazione!”. Questo dice John Wayne nel Grande sentiero di Raoul Walsh. E questo è il western: non un semplice genere cinematografico, ma il racconto, in bilico tra mito e storia, delle origini della civiltà americana. Il western è come l’Iliade e l’Odissea messe insieme: c’è il conflitto, la frontiera, il viaggio, la sfida ai propri limiti, il confronto e lo scontro con il diverso. I film western rappresentano uno straordinario strumento per capire il carattere, la cultura e l’immaginario del popolo americano, molto più efficaci di un saggio di storia o di sociologia. Attraverso l’evoluzione del western si possono seguire le trasformazioni del paese: il roccioso John Wayne di tanti film di cowboy è l’archetipo di una nazione giovane e fiduciosa in se stessa; il tormentato James Stewart delle pellicole degli anni Cinquanta di Anthony Mann è un uomo che comincia a percepire la crisi di un mondo contraddittorio; i violenti e disillusi protagonisti del Mucchio selvaggio di Sam Peckinpah descrivono un popolo che dopo l’assassinio di Kennedy e il Vietnam ha smarrito il proprio ottimismo; il severo Clint Eastwood degli Spietati è alla ricerca di una nuova morale in un paese che sembra non averne più alcuna. Alberto Morsiani ha scritto un affresco composito e lucidissimo, che spiega contemporaneamente i simboli del cinema western e l’anima contraddittoria del popolo americano: la voglia di progresso ma anche la nostalgia per la scomparsa della natura incontaminata, la voglia di comunità e stabilità ma anche l’individualismo insofferente degli eroi.
Alberto Morsiani è autore per i tipi Gremese di Quentin Tarantino (2005), e ha scritto saggi su John Ford, Oliver Stone e Gus Van Sant.