Descrizione
Nel 1968 François Truffaut è consapevole di essere al termine di un ciclo. I suoi film precedenti, Fahrenheit 451 e La sposa in nero, gli hanno lasciato un senso d’incompiutezza. Sente dunque la necessità di ritornare al cinema che il Truffaut critico aveva difeso a suo tempo, quello di Renoir ad esempio. Ma ha voglia soprattutto di ritrovare Jean-Pierre Léaud e il personaggio da lui interpretato, Antoine Doinel, una sorta di suo alter ego. Baci rubati, piccola cronistoria di vita quotidiana e sentimentale, viene realizzato in un contesto particolare, in pieno affaire Langlois. Truffaut assume il comando del movimento per la difesa della Cinémathèque e del suo fondatore/animatore, ma non esiterà ad affermare che proprio questo è il suo film «più sereno». Con i suoi toni brillanti, la sua varietà di personaggi gustosi e la lieve malinconia della canzone di Trenet che lo incornicia, Baci rubati è una commedia di educazione sentimentale «infarcita di tutto quel genere di cose legate al tema che Balzac definisce “un début dans la vie”», un ingresso nella vita.
Jean-François Pioud-Bert si è laureato all’École Louis Lumière. Dopo gli esordi come cameraman, ha successivamente ricoperto ruoli di responsabilità nel campo della produzione televisiva. Particolarmente interessato alle interazioni tra estetica e tecnica, è membro dell’AFRHC (Association Française de Recherche sur l’Histoire du Cinéma). È stato consulente per la mostra “Montmartre décor de cinéma” (Musée de Montmartre, 2017) e ha scritto un saggio per il catalogo Le décor montmartrois, personnage et acteur. Insieme con Jean-Max Méjean, è l’autore di Montmartre mise en scène (Éditions Espaces et Signes, 2017). Ha collaborato alla rivista «Études».