Descrizione
Rudolf Nureyev affermava che il suo danzatore ideale in realtà era una donna: Anna Pavlova.
Nata a San Pietroburgo nel 1881, Anna Pavlova è un’icona della danza classica, un punto fermo a cui ogni ballerina guarda per raggiungere la perfezione. Dotata di un fisico inusuale per una danzatrice di fine Ottocento – troppo magra, troppo fragile –, Anna trasforma il suo difetto in punto di forza. Sul palco del Mariinskij a San Pietroburgo va al di là della tecnica: usa la propria fragilità per diventare un essere etereo in Giselle e la propria silhouette snella per ottenere una conturbante e sinuosa Nikiya ne La Bayadère.
Ma Anna è soprattutto Il Cigno che farà per sempre parte della sua esistenza. Anche in punto di morte danzerà con le dita l’assolo ideato per lei da Michail Fokin. Mossa dall’ideale che il balletto vada esportato perché tutti meritano di godere della sua bellezza, Anna lascia il Balletto Imperiale per trasferirsi a Londra e fondare una sua compagnia, con la quale girerà il mondo.
Oltre alla carriera, il libro ricostruisce anche la sua vita privata. Partendo dal Ritratto di Anna Pavlova del pittore russo Aleksandr Yakovlev, l’Autrice rievoca il turbolento rapporto che ha legato i due artisti per nove anni. Una vita appassionante tra viaggi e amori internazionali, che si conclude all’Hôtel des Indes de L’Aia nel 1931.
Le bellissime fonti iconografiche presenti nel volume e l’accurata documentazione proveniente dal Fondo Pavlova presso la Bibliothèque-musée de l’Opéra di Parigi, di cui si è servita l’Autrice, fanno di questa biografia un’opera unica nel suo genere.
Martine Planells è insegnante, giornalista e specialista di danza. Ha lavorato per il «Quotidien de Paris», «L’Événement du jeudi» e per la rivista «Danser». In qualità di produttrice, ha realizzato diverse trasmissioni sulla danza per le emittenti radiofoniche France Musique e France Culture. Oggi collabora con la rivista internazionale di danza «Ballet2000».