Descrizione
Questo volume percorre e sintetizza in alcuni casi emblematici la vasta gamma di relazioni e di reciproche influenze che legano l’espressione artistica alla dimensione criminale. Da un lato, vi compaiono artisti che nella loro vita si sono ritrovati coinvolti in azioni delittuose (Benvenuto Cellini, Paul Verlaine, Caravaggio, alcuni degli scrittori della Beat Generation…); o hanno sublimato nel segno grafico la temperie violenta del loro tempo unitamente a torbide ossessioni personali (come George Grosz o Otto Dix).
Dall’altro, vengono alla ribalta molti criminali che nell’espressione artistica hanno variamente manifestato le loro devianze e i loro demoni interiori, talvolta con esiti di oscura incisività. Paradigmatiche, in questo senso, le opere di molti serial killer, assassini e stupratori spietati. Charles Manson con i suoi ragni minuziosamente riprodotti, John Wayne Gacy, pluriomicida autore di numerosi ritratti di clown, Nicolas Claux (il ”Vampiro di Parigi”), il Mostro di Firenze Pietro Pacciani. Per non parlare dei delicati acquerelli creati da un giovane, tormentato austriaco speranzoso di un futuro nel campo dell’arte: Adolf Hitler.
Massimo Centini, laureato in Antropologia culturale all’Università di Torino. Ha collaborato con il Museo delle scienze naturali di Bergamo ed è stato docente di Antropologia culturale all’Istituto di design di Bolzano. Oggi insegna la stessa materia presso la Fondazione Università Popolare di Torino. Tra i suoi numerosi libri, Misteri d’Italia e La sanguinosa storia dei serial killer. Per Gremese ha scritto Malvagi d’Italia, Le 100 parole della criminologia, Uccidere per Satana e Morti misteriose.